Sul Vannini ho scritto assai, per le presentazioni delle sue mostre da me curate (al Teatro Puccini, poi a Forte Belvedere) e in occasione della sua affermazione al Premio Umorismo e Satira di Dolo. Non mi va di rileggermi e anche poco di riscrivere. Il fatto è che Lorenzo in questi tanti-pochi anni ha evoluto ancora il suo tratto, con esiti che mi hanno sorpreso. I critici pronti a far sfoggio della propria cultura potrebbero parlare di un Crumb incattivito, se ciò fosse possibile, o di un viraggio al nero goyesco e inquietante, dove l’espressionismo fumettaro deborda da ogni regola. Ciò lo si vede palesemente anche in queste tavole nelle quali la claustrofobia, spalmandosi sulla consueta misantropia, sorte effetti ancor più intensi. (Fabio Norcini)
Lorenzo Vannini, Firenze marzo-aprile 2020