Il 6 di marzo sembrava ancora l’inizio di un week-end normale, anche se eravamo già in piena crisi e molto preoccupati. Siamo partiti da Firenze per venire al mare, in una vecchia casa dove passiamo da più di 20 anni il nostro tempo libero. Lunedì 9 abbiamo deciso di rimanere qui: lui è in pensione da pochi mesi, io sono stata messa d’ufficio in ferie e telelavoro. Non è comodissimo stare qui: abbiamo un solo PC, che io requisisco per 3 giorni la settimana per lavorare; la rete va e viene, non c’è tv (poco male), non c’è riscaldamento tranne una vecchia stufa a legna. Dopo una settimana la provvista di legna che avevamo è quasi finita e nessuno ce la porta ormai: siamo dunque passati all’auto-approvvigionamento, andando per i boschi, che qui non mancano, a raccogliere i rami caduti, i ramoscelli, le pigne.
Siamo arrivati con i vestiti che avevamo indosso e con quelli siamo; in casa usiamo vecchie tute che stazionavano qui da tempo.
La mattina vado a comprare il giornale; ascoltiamo molto la radio, abbiamo la Corsica vicina e qui si prende France Musique che trasmette bella musica di ogni tipo tutto il giorno. Abbiamo un po’ di musica nostra anche: Enrico Rava e Nina Simone, Couperin, le variazioni Goldberg, Marcelle Meyer. Curiosiamo su YouTube, una miniera. La tecnologia ci aiuta, con i lettori digitali abbiamo da leggere per tutta la vita e anche per l’aldilà, in caso.
Per la prima volta da 25 anni siamo insieme da soli: senza i figli e senza i genitori. Sembra un po’ di essere in vacanza, in un tempo sospeso. Sembra di essere in un mondo diverso: amici persi di vista si fanno vivi per sapere come stiamo, noi facciamo lo stesso con persone che credevamo di avere dimenticate e a cui scopriamo invece di tenere ancora. Ci si tiene in contatto con colleghi e conoscenti, si condividono immagini, battute, angoscia. Si sta a distanza da tutti, ma non ci sentiamo soli: ci si sorride per la strada, ci si saluta, si fanno file silenziose e gentili. Scambiamo con gli altri informazioni e risorse: qui possiamo scaricare film, qui si possono leggere i quotidiani, là ci sono concerti... La spesa diventa razionale, si scopre di poter fare a meno di tante cose che sembravano fondamentali.
Certo, noi siamo in una situazione privilegiata: non siamo malati, nessuno dei nostri cari lo è, non abbiamo dovuto chiudere un’attività, non siamo al lavoro in ospedali o supermercati, non siamo sfiniti dalla preoccupazione e dalla fatica. Siamo fortunati. Per ora.
Gabriella Vagnarelli, Quercianella 22 marzo 2020