Una cosa tra le altre che non dimenticherò mai del periodo di quarantena dovuto al Covid19: il silenzio della città o meglio a dirsi i suoni della città senza le auto. Ogni sera, all’imbrunire, andavamo con Bettina, la mia cagnetta, e Yago, il cane della mia compagna, a fare la passeggiata serale. Avremmo dovuto non allontanarci oltre i 200 metri da casa, ma la città senza clacson, senza gas di scarico, senza i rombi dei motori di auto e moto aveva un qualcosa di magico e ci sfidava ad essere percorsa tra i suoi palazzi barocchi e ottocenteschi, trasportandoci tra i suoni provenienti dalle case, suoni che mai prima di adesso sarebbero stati percepiti, coperti dai rumori delle auto: una coppia che discute e ride, poi un pianoforte, una radio, qualcuno che canta, un sax. Suoni leggeri che si sovrapponevano e cambiavano man mano che si andava avanti, come mixati da un valente dj. Una sensazione mai provata prima e che mai più probabilmente sarà possibile ritrovare, almeno fino a quando non si deciderà di chiudere la città alle auto.
Francesco Troina, Catania 24 maggio 2020